lunedì 21 febbraio 2011

Berlinguer ti volsi bene. Ascesa e declino di Roberto Benigni

L'incursione di Benigni all'Ariston è stata memorabile. Per tutti, ma non per me. Elegante nel fare satira e prezioso testimone del Risorgimento d'Italia, il buon Roberto ha realmente offerto un momento televisivo di alta qualità. Con i tempi che corrono, proporre un po' di storia d'Italia in prima serata è manna dal cielo. Da Bastian Contrario mi trovo però nella spiacevole (e sicuramente non condivisa) condizione di non apprezzare i 30 minuti sanremesi di Benigni. Dei 250.000 euro di cachet volutamente non mi interesso. Non è la cifra che scandalizza. Benigni è un professionista coi fiocchi, conosce le dinamiche TV ed ha raccolto quanto merita. Trovo invece fastidiosamente banali gli elogi esagerati che l'italiano medio offre su Facebook, o al bar dello sport insieme agli amici. Cerchiamo di essere obiettivi, Benigni  ha raccontato la Storia del Risorgimento come avrebbe fatto una maestra di scuola primaria. Tutte le sue parole sono a disposizione in un qualsiasi sussidiario di V elementare; così chi ne sottolinea lo splendore e l'unicità, altro non è, che un ignorante in materia di storia moderna. Come già scritto altrove, preferivo Roberto Benigni come arrogante portabandiera della comicità toscana. Sboccato, temerario e decisamente comico. Da quando è arrivato ai cancelli del paradiso non mi piace più. Troppo popolare e decisamente troppo politically correct. Parafrasando la musica di Sanremo...."Si può dare di più". Ovviamente senza essere eroi.


Bastian Contrario

4 commenti:

  1. Caro Bastian Contrario,
    purtroppo devo dissentire dalle tue affermazioni. Hai perfettamente ragione quando dici che il buon Roberto non è più il comico sboccato e irriverente dei tempi d'oro ma, diamo a Cesare quel che è di Cesare! Non mi pare che nella televisione di oggi ci siano persone in grado di catalizzare l'attenzione di milioni di telespettatori su dei temi, come quello dell'amore per la nostra patria (nell'accezione migliore del termine), troppo spesso dimenticati o snobbati. Come dici te, ciò che ha detto Benigni sul Risorgimento non è niente di più di ciò che insegnano alle scuole medie ma, in momenti come questo è bene ricordarle certe cose anche se sembrano scontate. Spesso purtroppo non lo sono. Quindi rendo merito a Benigni che, anche senza la solita esuberanza e arroganza, è riuscito a smuovere il sentimento patriottico in buona parte dei telespettatori. Me compreso!

    Andrea

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  2. Proprio questo mi fa pensare. La bandiera italiana, bistratta e dimenticata da tutti, torna in auge grazie a Benigni. E' notevole, ma....il sentimento di patriottismo non si può innestare o staccare come un microchip. Non si può passare dalla vergogna e l'odio per i colori nazionali (patrimonio di molti, forse non tuo), fino all'esaltazione del tricolore. Quello che imputo al telespettatore, e non a Benigni questa volta, è la pura assuefazione dalla carismatica vena dialettica del comico toscano. "Lo ha detto Benigni", per me non è sempre sinonimo di verità assoluta. Il Risorgimento "lo ha detto Benigni" è stato un momento memorabile, e proprio per questo dovrebbe essere una questione fondante per tutti noi già dalla scuola dell'obbligo. Ripeto e concludo, chi impara i valori del Risorgimento in prime time su Rai 1 vuol dire che ha studiato poco.

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  3. Scusate se mi intrometto, ma l'argomento ha preso anche me!! Premetto che non sono un'ammiratrice di Benigni, anzi, ammetto però che il suo è stato un ottimo intervento, ha saputo usare a suo favore gli anni di esperienza e soprattutto ha saputo usare le parole giuste per impressionare il pubblico; mi trovo però a dover criticare il famoso "italiano medio" che si è ridestato dagli anni di indifferenza o peggio ancora di critica sfrenata, solo perchè un comico lo ha fatto riflettere sulla sua patria! Non si diventa italiani solo per una sera, troppo comodo, sono italiani chi lotta ogni giorno, chi fa qualcosa anche se sbaglia, chi ci mette la faccia nonostante le critiche, non chi spara sentenza stando seduto sul suo divano a guardare la televisione! Mi sento profondamente offesa dall'indifferenza che aleggia nelle strade e ancora di più da questi improvvisati patriottici che una volta finita l'euforia post-benigni sono ricaduti nel loro baratro. Moralisti della domenica.

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  4. In parte condivido. La bandiera ed il senso di patriottismo in Italia hanno avuto sorti alterne. Per anni è sembrato che il tricolore fosse un qualcosa di cui vergognarsi. Essere fiero della Patria è diventato un concetto di destra, quando così non doveva essere. C'è chi, come Ciampi o Veltroni ha sempre rivendicato la trasversalità dell'amore patrio. Adesso Benigni ha riportato a galla l'argomento, e come sempre quando parla lui, tutti pendono dalle sue labbra. L'equazione Benigni patriota, Italiani patrioti è molto retorica. Questo dal mio punto di vista. Cmq Cara Anonima, partecipa e scrivi. rendi vivo il blog ed il profilo FB. Non sono intromissioni affatto

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